Si chiama Wave Field Synthesis (WFS) ed è una tecnica capace di creare fisicamente un campo sonoro all’interno del quale gli spettatori possono localizzare i suoni individuando la loro provenienza e distanza.

L’effetto è quello di un suono tridimensionale e le applicazioni future sono molteplici tra teatro, musica, arte contemporanea e non solo…

 

La Wave Field Synthesis riproduce sorgenti sonore e spazi virtuali attraverso un vero e proprio “rendering audio”, generando un campo sonoro fruibile per un’ampia zona di ascolto. Una rivoluzione sostanziale rispetto alle modalità di diffusione del suono finora conosciute: la nuova tecnica genera fisicamente un campo sonoro, indipendente dalle caratteristiche fisiche dello spazio reale, permettendo agli ascoltatori di muoversi liberamente al suo interno e di localizzare voci, musiche e suoni, a varie distanze e in movimento, come se le sorgenti fossero reali.

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Per generare queste sorgenti virtuali, la WFS sostituisce le onde sonore di sorgenti reali –che nella realtà acustica si propagano concentricamente da una voce o da uno strumento – con “fronti sonori” diretti verso il pubblico, che emulano la curvatura di quelle reali. In questo modo il suono elettroacustico arriva alle orecchie di ognuno esattamente nei tempi e modi di un ambiente sonoro acustico. I segnali audio sono generati da un sofisticato sistema di calcolo che li invia a decine di diffusori, che agiscono come fossero un unico diffusore.